Ormai sono vent’anni anni che mi occupo di mercati finanziari e di questi, sta volgendo al termine l’undicesimo anno in cui gestisco i miei investimenti esclusivamente tramite algoritmi di trading.

Undici anni non sono tanti nell’arco di una vita, tuttavia nel mio settore specifico sembrano secoli: se penso alla prima versione di MultiCharts che installai nel 2010 o ai vari problemi di connessione con i broker o ancora alle fisime che avevo sulla “purezza” dei flussi dati in real time, mi viene da sorridere, sembra una vita fa. Per non parlare poi della difficoltà con cui interagire con altri trader, colleghi gelosissimi dei loro segreti, tutti sicuri di conoscere la verità assoluta del trading e restii a divulgarla. Una vita fa, dicevo…

La tecnologia usufruibile dal retail ha compiuto passi da gigante in questi anni, così come la facilità di reperire informazioni, guide, tutorial e quant’altro possa essere utile al mestiere del trader sistematico.

All’inizio di questa mia attività, come la maggior parte degli aspiranti trader algoritmici, guardai all’estero: esteri erano i softwares disponibili per i backtest e l’automazione dei segnali in real trading; esteri erano i brokers che permettevano l’invio e l’esecuzione automatica degli ordini sul mercato. In Italia, purtroppo, si era ancora molto indietro dal punto di vista della tecnologia offerta da software house ed intermediari finanziari, difficile (ma non impossibile, come vedremo nel corso dello scritto) realizzare un approccio sistematico automatico al trading, efficiente.

In particolare, io scelsi di utilizzare MultiCharts come software per creare, testare ed automatizzare le mie strategie. La cosa che mi attrasse fu la libertà che il programma concedeva, essendo multi broker e multi datafeed: avrei così potuto scegliere l’intermediario (o anche più di uno) che meglio rispondeva alle mie esigenze e il fornitore dati più efficiente sul mercato, senza alcun vincolo, pronto a cambiare qualora avessi trovato qualcosa di meglio. Certo, qualche complicazione tecnica/strutturale in più, rispetto al competitor per eccellenza, ovvero TradeStation, MultiCharts la dà, ma optai per la libertà di azione, sacrificando un po’ in termini di semplicità gestionale. E per la cronaca, sono tutt’ora convinto e soddisfatto della scelta che presi, soprattutto per la stabilità operativa che il software ha dimostrato in questi anni di real trading.

Come intermediario finanziario, la scelta non poté che ricadere su Interactive Brokers: broker solido, con una stabile connessione nativa nei confronti di MultiCharts, basse commissioni e margini di garanzia tutto sommato accettabili; inoltre, i mercati che il broker permetteva di aggredire erano (e sono) i più svariati, praticamente qualunque strumento derivato quotato al mondo e qualunque mercato azionario mondiale.

Tutto perfetto, allora? Come sempre, nella vita, ni.

Utilizzare un broker estero significa spostare i soldi all’estero. Non c’è niente di male in questo (purché si sia certi della solidità del broker) né di illegale (purché si esplichino le procedure previste dalla legge italiana relative alla movimentazione di capitale e al pagamento delle imposte sul capital gain).

Tuttavia qualche complicazione c’è: il regime fiscale dichiarativo. Se si svolgono investimenti presso un broker estero, le plus/minusvalenze non vengono calcolate da questo, né le imposte sul capital gain vengono dedotte alla fonte nel momento in cui si chiude un’operazione (come in Italia, in cui vige il regime fiscale amministrato). Spetterà quindi al trader/investitore, in sede di dichiarazione dei redditi, produrre tutta la documentazione necessaria a validare i conteggi e le compensazioni tra plus e minus, per arrivare poi a pagare, nel caso, le imposte del 26% sul capital gain. Se da un lato, posticipare il pagamento delle imposte (che quindi non è immediato all’atto di realizzazione dell’utile, come in Italia) permette di sfruttare al meglio il proprio capitale, dall’altro occorre rivolgersi ad un abile commercialista per espletare correttamente, in sede di dichiarazione dei redditi, i vari conteggi fiscali. E un abile commercialista…costa…

Altra questione, legata alla mia scelta di operare con broker estero.

Se dal punto di vista dei futures non vi erano grosse problematiche commissionali, lo stesso non si poteva dire per quando riguarda i mercati azionari: sostanzialmente l’unico mercato sostenibile, in termini di commissioni, era ed è (almeno per me), quello americano. Impossibile tradare, ad esempio, il mercato azionario italiano, in quanto l’impatto commissionale frustrerebbe il rendimento di qualunque trading systems.

Ma perché fare tanto i sofistici? Si ha a disposizione qualunque futures quotato e il mercato azionario più importante al modo, quello americano…è proprio così fondamentale fare trading, tramite algoritmi automatici, sul mercato azionario domestico?

La risposta, squisitamente soggettiva, per me è: sì. Il nostro mercato azionario, così sempre bistrattato da tutti, trader e non, in realtà è regolato da dinamiche di fondo ben individuabili e sfruttabili tramite trading systems. E queste dinamiche non hanno niente a che fare con i trend di lungo periodo, la solidità o meno dei titoli dei nostri listini o altre “pippe” intellettuali di pseudo analisti. Il nostro è un mercato che, nel bene e nel male, si muove, ha una certa volatilità e forse proprio perché poco trattato (rispetto ad esempio al mercato azionario americano), presenta ancora delle inefficienze interessanti difficili da riscontrare in mercati più maturi. Tutte caratteristiche fondamentali per il trader.

Come fare allora per tradare in maniera automatica il mercato azionario italiano? L’unica possibilità era utilizzare il programma Visual Trader, connettendolo con l’intermediario italiano Directa Sim.

Visual Trader, prodotto da Traderlink è sempre stato un software di analisi tecnica all’avanguardia, forse il migliore ed il più stabile, tra quelli italiani disponibili per il trading online. Ed è l’unico che ha sempre previsto, seppur con certi limiti, la possibilità di codificare le proprie strategie di trading, verificarne l’andamento nel passato ed inviare automaticamente gli ordini a mercato.

Directa Sim, dal canto suo, è una realtà italiana consolidata (torinese ad essere precisi, piccolo orgoglio cittadino), leader nel mondo italiano del trading online, fin dalle origini attenta nel fornire, ai propri clienti, servizi innovativi e al passo coi tempi. Non stupisce dunque che fu il primo intermediario finanziario italiano a consentire il trading sistematico automatico.

Quindi in definitiva, il trading automatico in Italia, con la combo Visual Trader – Directa era ed è tutt’ora possibile. Il mio amico e collega Luca Ronzan, investe in maniera automatica sul mercato azionario italiano da prima che io scoprissi il trading quantitativo. E lo ha sempre fatto con Visual Trader e Directa. E lo ha sempre fatto con successo, mantenendo se e la sua famiglia, dimostrando di essere uno dei pochissimi veri trader che ho avuto la fortuna e l’onore di conoscere nel mio cammino professionale.

E fu così che anch’io utilizzai Visual Trader per investire sul mercato azionario italiano. Tuttavia, essendo purtroppo un pignolo con poca pazienza, che mal volentieri accetta compromessi, sentivo sempre più strette alcune limitazioni operative legate a questa struttura, soprattutto se confrontata con quella messa in piedi grazie a MultiCharts.

Purtroppo non vi erano altre possibilità che ritenessi efficienti per aggredire il nostro mercato. Ad essere onesti, già nel 2015, quando vinsi il Campionato Italiano di Trading con Denaro Reale, di cui Directa è sempre stata sponsor, mi contattarono per mostrarmi il plugin che stavano realizzando per collegare il proprio account con MultiCharts. Fu un ulteriore passo avanti compiuto da Directa, tuttavia vi erano ancora dei limiti operativi e di stabilità che non mi soddisfacevano.

Mancava ancora qualcosa. Era necessario un ulteriore piccolo balzo in avanti per ottenere una struttura efficiente come quella messa in piedi con broker esteri, ma ci speravo.

E nel corso del 2019, le speranze si sono trasformate in realtà, come vedremo nel prossimo articolo.

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Lo studio dei mercati è un cammino senza un punto di arrivo: l’ingenuità degli esordi si arricchisce, prima di consapevolezza e conoscenza, poi di confusione e complessità. Solo il ritorno alla semplicità degli inizi, impreziosita dall’esperienza vissuta, consente di proseguire il percorso, consapevoli di non poter sapere mai del tutto cosa sia giusto fare, ma con la certezza di aver capito cosa sia sbagliato.

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2 commenti su “Trading Automatico con Intermediario italiano? Si Può Fare!”

  1. Ciao Marco, sono un trader che sta utilizzando l’infrastuttura IB -> IQFeed -> MC.
    Usavo Directa circa una ventina di anni fa per l’azionario discrezionale, quindi mi ha incuriosito il tuo articolo.
    Non c’è ancora modo di far riavviare l’infrastruttura in automatico come avviene attualmente con IB ?

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    • Ciao Andrea. Il collegamento tra MC e Directa avviene tramite Darwin2 (previa installazione del loro plugin). I server Directa (e di conseguenza la Darwin2), si riavviano ogni sera a mezzanotte, quindi c’era effettivamente il problema di dover riavviare a mano qualche minuto dopo mezzanotte. Da ottobre 2020 esiste un’ opzione interna al plugin che consente il riavvio automatico della Darwin, senza perdere la connessione con MC. Quindi di fatto, adesso la struttura la si può tenere aperta tranquillamente tutta la settimana e riavviare solo nel weekend. ATTENZIONE: l’attivazione di questa opzione va chiesta al servizio api di Directa; di default, quando scarichi il plugin, questo non si riavvia da solo. Io lo sto testando da quando l’hanno introdotto e per ora (dopo quasi tre mesi), non ho mai avuto problemi, fila tutto liscio senza intoppi. Nel manuale che puoi scaricare gratuitamente in questo blog, spiego tutto nei dettagli!

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