Questa mattina, mentre fumavo una sigaretta sul terrazzo, riflettevo sui tutti i test, le analisi e gli studi fatti in questi anni, insieme a Luca Ronzan e Fabio Esposti.

Una montagna di ore investite in elucubrazioni, ancora prima che sui mercati finanziari.

Così, tra una boccata e l’altra, ho buttato giù, di getto, quella che potrebbe essere una sintesi del nostro processo costruttivo di portafogli di trading systems. L’ho fatto in primis per fare ordine e mettere nero su bianco quanto abbiamo fatto finora.

La cosa divertente è che una volta terminato, l’ho inviato a Luca e gli chiesto cosa ne pensasse. Risposta: “molto figo, utile anche per me!🤣”

Ecco quindi il nostro decalogo, volutamente sintetico (dopo tutto è nato come nostro promemoria interno). Magari in futuro, approfondiremo con articoli o video specifici punto per punto, sempre nel tentativo di promuovere un pò di sana cultura finanziaria…gratuitamente, as usual…

1. Partire da idee precise: quale vogliamo che sia il cuore del nostro portafoglio? Che tipo di rischio siamo disposti a tollerare? Che grado di leva finanziaria vogliamo utilizzare?

2. Stabiliti questi paletti, si costruisce il portafoglio inserendo solo quelle componenti che portano un reale contributo alla causa. Diversificazione spesso sconfina con dispersione…occhio!

3. I singoli sistemi di per se non ci interessano, non importa la loro equity line storica, ma la loro funzione all’interno del portafoglio. Il superfluo va tagliato senza pietà!

4. Ci avvaliamo di software specifici per analizzare la bontà del portafoglio e stimare il rischio sotteso. Attenzione però: siamo noi a governare i software, non il contrario!

5. Stimiamo correttamente i pesi di ciascuna componente, tenendo conto dei controvalori mossi (che possono essere fissi o variabili a seconda dello strumento, ad esempio azioni o futures).

6. I pesi purtroppo non saranno mai fissi: andranno rimodulati periodicamente rispetto all’andamento dei sottostanti coinvolti o al reinvestimento degli utili (qualora si tenti la strada dell’interesse composto).

7. Se si rispettano i punti precedenti, si diventa padroni della leva finanziaria e là si può sfruttare a proprio vantaggio. 
Attenzione: questo non è sinonimo di certezza di guadagni futuri…

8. …È sinonimo di consapevolezza di quello che si sta facendo, nel bene e nel male. E se si è consapevoli, si evita l’errore più grave che un trader sistematico possa fare: rimaneggiare il portafoglio nelle (fisiologiche ed inevitabili) fasi di difficoltà! Consapevolezza = Pazienza…

9. La consapevolezza ci rende liberi di plasmare i portafogli a nostro piacimento, stabilendo fin dall’inizio un approccio più conservativo oppure più spinto.

10. Il rischio stimato (ovvero il massimo drawdown stabilito ed accettato) deve essere un paletto fisso: se raggiunto si stacca tutto, si incassa la perdita e si cerca un altro lavoro…

Questo in sintesi il nostro approccio ai mercati. Il nostro decalogo vale per qualunque nostro portafoglio, compresi quelli delle gare, dove non abbiamo fatto altro che, partendo dalle medesime premesse, aumentare la leva coinvolta.
In questo caso il rischio è certamente più alto, ma non è mai, ripeto, mai, gioco d’azzardo. È un rischio previsto a monte ed accettato.

E proposito di gare: ormai sono diventate tre…già perché oltre alle due ufficiali adesso c’è anche la “competizione” tra gli advisors (https://www.worldcupadvisor.com/)

Mancano poco più di due mesi alla fine dell’anno, per ora stiamo facendo bene, forza e coraggio! A prescindere da come andrà a finire siamo soddisfatti dei progressi fatti!

PS: le foto dei risultati non sono messe lì per atteggiarsi (chi ci conosce sa che siamo soliti essere trasparenti a 365 gradi, nel bene o nel male): servono per validare quanto raccontiamo. In un mondo fatto di “chiacchiere e distintivo”, questi sono risultati reali e certificati (ricordo che le Robbins Cup si svolgono con denaro reale e sono certificate dal broker utilizzato, il quale fornisce, ogni giorno, il daily statement agli organizzatori che redigono la classifica)! Punto.

PPS: un plauso speciale per tutti gli altri “compagni di avventura”. Essere costantemente in classifica (i nomi ormai sono sempre quelli da mesi 😀 ), con questi mercati, non è cosa da tutti..

Per il resto…buon Trading a tutti!

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Lo studio dei mercati è un cammino senza un punto di arrivo: l’ingenuità degli esordi si arricchisce, prima di consapevolezza e conoscenza, poi di confusione e complessità. Solo il ritorno alla semplicità degli inizi, impreziosita dall’esperienza vissuta, consente di proseguire il percorso, consapevoli di non poter sapere mai del tutto cosa sia giusto fare, ma con la certezza di aver capito cosa sia sbagliato.

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