Nella costruzione dei nostri portafogli sistematici la componente azionaria riveste un ruolo fondamentale.

Le azioni presentano una serie di problematiche, principalmente legate ai costi, ma soprattutto alle leve che e’ possibile utilizzare e, anche qui, ai costi che ne derivano. Resta il fatto che, come vedremo in altri articoli, il trading di medio periodo in particolare, presenta comunque molti aspetti positivi.

I portafogli sistematici solo azionari, anche avendo logiche sia long che short, pur producendo rendimenti nel lungo periodo decisamente interessanti, hanno la necessità di essere integrati con logiche su altri comparti. Materie prime, obbligazionari, index futures, anche con logiche di breve periodo, fino all‘intraday.

La diversificazione, se ben ricercata è pur sempre fondamentale.

In questo caso chiaramente si va a lavorare con contratti futures. Qui però nasce un problema, tanto ovvio quanto sottovalutato. Come posso pesare con coerenza l’operatività azionaria con i futures?

Esempio di portafoglio sistematico

Supponiamo che io parta, nella costruzione, dalla componente azionaria. Che non voglia gravare i rendimenti dal prestito titoli Long. Costruisco un portafoglio che movimenta 100.000 Euro in azioni come esposizione direzionale massima. Devo avere effettivamente sul conto 100.000 Euro.

La mia disponibilità è però di 200.000 Euro, quindi posso sicuramente inserire un bel numero di futures, per cercare di ottenere un portafoglio ben diversificato. Il punto però è che i margini richiesti per i futures, rispetto al controvalore movimentato è mediamente molto basso.

Se da qui inizio a ragionare sui report storici dei sistemi e sui margini richiesti, quello che sicuramente ottengo è di affogare la componente azionaria in un portafoglio di futures.

Considerazioni sulla costruzione corretta di un portafoglio

Quello che secondo noi è corretto fare, è ragionare sui sottostanti movimentati e non sui margini. Banalizzando, se ho un portafoglio azionario di 100.000 Euro e inserisco 1 contratto oro per il quale mi sono richiesti 10.000 Euro di margini, sto già movimentando un controvalore superiore a tutto il portafoglio azionario.

Sono banalità, che però si perdono di vista con estrema facilità. Quando un sistema su futures smette di comportarsi come da aspettative, i danni che farà saranno commisurati al suo controvalore. Non solo, certo. Futures diversi hanno anche volatilità diverse, oltre a dover considerare anche la natura del sistema e la sua % di tempo a mercato, tanto per citare alcune variabili. Ma stiamo sul semplice.

Vi siete mai chiesti, per esempio, costruendo portafogli di sistemi futures, quanto sarebbe il rendimento sui controvalori investiti senza la leva?

Nell’esempio fatto, un solo contratto futures su oro movimenta già da solo più di tutto il portafoglio azionario.

Non si possono costruire portafogli basandosi solo sulle equity line storiche, senza mantenere un corretto bilanciamento dei sottostanti movimentati.

E allora perché non fare solo futures?

Lo vedremo in articoli successivi, ma se iniziamo a comparare i rendimenti in leva 1 di sistemi su azionario e su futures, la prospettiva cambia immediatamente.

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Lo studio dei mercati è un cammino senza un punto di arrivo: l’ingenuità degli esordi si arricchisce, prima di consapevolezza e conoscenza, poi di confusione e complessità. Solo il ritorno alla semplicità degli inizi, impreziosita dall’esperienza vissuta, consente di proseguire il percorso, consapevoli di non poter sapere mai del tutto cosa sia giusto fare, ma con la certezza di aver capito cosa sia sbagliato.

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