Nel precedente articolo ho spiegato come si possa, mediante la combo MultiCharts – Directa, mettere in piedi una struttura di trading automatico professionale.
L’esigenza di utilizzare un intermediario italiano per il trading, oltre ad i vantaggi elencati in precedenza, è legata essenzialmente alla necessità, fondamentale per i nostri portafogli, di investire in maniera quantitativa sul mercato azionario italiano.
Come già detto, il nostro mercato azionario, così sempre bistrattato da tutti, trader e non, in realtà è regolato da dinamiche di fondo ben individuabili e sfruttabili tramite trading systems. E queste dinamiche non hanno niente a che fare con i trend di lungo periodo, la solidità o meno dei titoli dei nostri listini o del nostro Paese.
Il nostro è un mercato che, nel bene e nel male, si muove, ha una certa volatilità e forse proprio perché poco trattato (rispetto, ad esempio, al mercato azionario americano), presenta ancora delle inefficienze interessanti difficili da riscontrare in mercati più maturi. Tutte caratteristiche fondamentali per il trader.
Altra caratteristica non da poco è il fatto che i nostri titoli azionari, per il loro andamento altalenante, si prestano molto bene anche ad un’operatività short, difficile da realizzare su altri mercati dal trend più marcatamente (e violentemente) rialzista (come ad esempio quello americano). E questa operatività short può essere sia più squisitamente speculativa (da cavalcare con strategie di breve/brevissimo, magari anche solo intraday), sia ragionata in ottica di copertura del portafoglio (con logiche quindi di breve/medio periodo, da affiancare all’operatività long).
A titolo esemplificativo, nell’immagine sottostante possiamo vedere l’andamento di un trading system ideato da Luca Ronzan nei primi anni duemila che opera sia long che short sul titolo UCG. Si tratta di un sistema di posizione, senza stop loss che genera segnali long e short in stop and reverse.
Al di là della bontà del sistema o dell’opportunità di utilizzarlo singolarmente (cosa che non hai mai senso fare, dal momento che è sempre meglio ragionare in ottica di portafoglio, di batterie di trading systems, per equilibrare il rapporto rischio-rendimento), quello che è interessante è confrontare l’andamento dell’equity line dell’algoritmo (rappresentato, nel grafico dalla linea blu) con l’andamento del titolo UCG su cui lavora (rappresentato, nel grafico, dalle candele giapponesi), dal 2008 ad oggi.
Come si può notare il trading system, nella sua doppia operatività (long/short) è riuscito ad estrarre valore costante da un titolo azionario che sostanzialmente ha un poderoso trend ribassista in atto dal 2008; perfetto esempio di quanto spiegavo prima, ovvero che non importa tanto se un titolo sale o scende, l’importante è che si muova…e che lo faccia con dinamiche facilmente individuabile dal trader.
Proviamo ora ad andare oltre.
Appurato l’interesse che io e Luca Ronzan abbiamo per il mercato azionario domestico, vediamo come si possa costruire un portafoglio efficiente sotto il profilo rischio-rendimento, con la giusta diversificazione in termini di logiche ed assets. Un portafoglio che sia interamente tradabile grazie alla combo Directa-MultiCharts.
Nel grafico a torta sottostante possiamo vedere la composizione del portafoglio ed i pesi attribuiti alle sue componenti sulla base dei sottostanti movimentati.
Il comparto azionario, che pesa il 36%, è costituito da strategie operanti sia long che short. Le prime rappresentano il cuore del portafoglio e sono a loro volta distinte per ottica operativa (una componente di medio periodo che genera segnali su time frame intraday; una componente di posizione che genera segnali su orizzonte daily; una componente di breve che punta a sfruttare strappi rialzisti improvvisi).
La componente short, ovvero di copertura è rappresentata anch’essa da tre sotto categorie di strategie, sempre operanti sul mercato azionario italiano (una di medio periodo, una di posizione ed una brevissima che lavora in intraday).
La componente obbligazionaria, che pesa il 31%, è costituita da due trading systems operanti sul Btp futures: una strategia long di medio termine ed una strategia short intraday volta a sfruttare uno specifico bias ribassista del titolo.
La componente Index futures, che pesa il 17%, è rappresentata da un trading systems intraday, operante sia long che short sul Mini Dax Futures. Questa parte è stata inserita con una finalità più speculativa, volta a catturare repentini movimenti direzionali intraday.
Infine, l’ultima componente è rappresentata dalle commodity ed ha anch’essa una funzione di diversificazione e copertura. Per noi, il titolo che adempie a questa funzione, è per eccellenza l’oro. Dal momento che il suo peso, in termini di sottostante movimentato, avrebbe sbilanciato troppo il portafoglio (in relazione al capitale stimato per il trading, di cui parleremo tra poco), abbiamo optato per inserire un trading system operante sul Platino Future, più piccolo in termini di sottostante movimentato ed estremamente correlato al Gold Future. Il sistema opera sia long che short in intraday.
Nell’immagine sottostante possiamo vedere l’andamento storico, da backtest, del portafoglio dal 2005 al 2019. Ricordo che il portafoglio è stato ideato a fine 2019 per essere poi operativo a partire al 1/1/2020.
Le metriche del portafoglio e la sua equity sono al netto dei costi da noi stimati, in base alla nostra pluriennale esperienza, ipotizzando di tradare il portafoglio esclusivamente con la combo Directa-MultiCharts. Non sono invece imputate le imposte sul capital gain.
Per le elaborazioni dei dati ci affidiamo al software Portfolio Builder.
Il lettore non si lasci ingannare da questa bellissima retta dei rendimenti che sale costantemente: si tenga sempre presente che si tratta di risultati da backtest utili alla valutazione del portafoglio, ben consci che in real trading le cose potrebbero complicarsi. Inoltre l’equity line, compattando 15 anni di storico, non evidenzia l’andamento più frastagliato che si noterebbe andando ad analizzare, con lente di ingrandimento, i singoli anni del periodo di osservazione.
Detto questo, date le metriche sopra evidenziate, come ultimo tassello prima di mettere in live il portafoglio, occorre definire il capitale necessario per il trading, in modo da fissare bene il rapporto rischio/rendimento dello stesso. Nell’immagine sottostante sono riepilogate le caratteristiche del portafoglio.
Come si può notare, il DrawDown da noi stimato come soglia di crash di portafoglio, è diverso da quello evidenziato nel backtest, e risponde ad un nostro criterio con cui arriviamo a definire la massima perdita tollerabile del portafoglio.
In base alla nostra esperienza sul tipo di operatività che svolgiamo sui mercati, un portafoglio sul quale si stima una massima perdita decisamente inferiore al rendimento medio annuo atteso, è già, da solo, un forte campanello di allarme che potenzialmente si traduce in over fitting di portafoglio.
Bene, vediamo ora come si è comportato il portafoglio nel 2020, ricordando sempre che le metriche sono al netto dei costi (commissioni, prestito titoli, tobin tax), ma al lordo dell’imposta sul capital gain.
L’andamento del 2020 evidenziato dal grafico mostra i pregi ed i difetti di un portafoglio trend following, con forte componente azionaria. Pregi e difetti, nonostante, i rendimenti generati siano sostanzialmente in linea con quelli da backtest, almeno al 30-11-2020.
I pregi sono che nel momento in cui la volatilità del mercato esplode (in un senso o nell’altro), si è presenti e si riesce a cavalcare movimenti importanti, difficilmente sfruttabili una volta partiti (più per un fattore emotivo che razionale). Vedasi i mesi di marzo-aprile o novembre.
I difetti sono che, nel momento in cui la volatilità si esaurisce e comincia un trend di fondo laterale (tanto più marcato, quanto sono stati violenti i movimenti direzionali precedenti), il portafoglio non può che soffrire (e con lui, il trader).
Tuttavia, solo la confidenza in quello che si maneggia e la consapevolezza di aver fatto bene “i compiti a casa”, permette al trader di superare le fasi di sofferenza (che possono durare anche diversi mese, come si evince dall’equity mostrata, in laterale da giugno fino sostanzialmente a fine ottobre) ed evitare di modificare il portafoglio in corso d’opera, con scelte dettate dall’emotività e quasi sempre sbagliate.
Questo è dunque un esempio di quello che si può realizzare, in ottica di trading sistematico automatico, con la combo Directa–MultiCharts.
Se sei interessato, qui puoi scaricare gratuitamente il manuale che ho realizzato per l’installazione e la configurazione del plugin che permette il collegamento tra Directa e MultiCharts.