Spesso quando si inizia a fare trading, abbagliati da possibili rendimenti stellari sui futures americani, si tende a dare poca importanza al cambio e al suo impatto nel lungo periodo.
Ma si …. guadagnerò così tanto che il cambio cosa vuoi che importi. E poi non è mica detto che mi vada contro. E comunque prima o poi tornerà sul mio prezzo di cambio.
Oppure
Ma si che problema c’è, basta coprirsi.
La prima scuola di pensiero comporta sicuramente dei problemi nel momento in cui ci si confronta con i reali rendimenti che si possono ottenere sui mercati, rendendosi ben presto conto che il cambio non è un dettaglio trascurabile, sia che si abbia un conto denominato in dollari, ma anche che si abbia una strategia, che pur essendo gestita su un conto in euro porti ad una esposizione media costante in dollari.
Decidendo di neutralizzare il cambio con coperture che possiamo definire passive, ci si accorge invece che, indipendentemente da come lo approcci, la copertura ha un costo e anche qui, come sempre, pasti gratis non esistono.
Per chiarire il concetto, proviamo a lanciare un semplice Trading system short su EURO/DOLLARO, che ipotizza di avere 100.000$ e ogni fine mese bilancia la posizione per avere sempre 100.000$. Simulando quindi di avere in portafoglio delle strategie che nel tempo abbiano mediamente una esposizione in dollari di appunto 100.000, e andiamo a vedere un periodo abbastanza lungo.

Se ci focalizziamo sul periodo 2008 ad oggi, tutto sommato effettivamente sull’effetto del cambio possiamo stare relativamente sereni. Ma se guardiamo più indietro, qualche brivido lo si deve pur sentire.
Ora io, come trader sistematico di strada, non ho la capacità e la volontà di fare previsioni, ma visto il contesto in cui viviamo, non sono sicuro che la relativa stazionarietà del cambio degli ultimi anni permanga anche in futuro, e meno ancora che si muova da qui in avanti in favore del dollaro.
Facendo trading sistematico da molti anni, oltre ad avere le mie logiche e i miei sistemi e il mio modo di costruire i portafogli, ho anche la fortuna di aver accumulato assieme a Marco un notevole numero di sistemi di colleghi, alcuni dei quali estremamente datati e con out of sample estesi.
Dal punto di vista sistematico Euro Dollaro e relativo future sono delle bestie nere. Molto difficile trovare logiche che resistano immutate alla prova del tempo e quindi molto difficile per un trader sistematico ipotizzare una terza via, tra ignorare il cambio e coperture passive, ovvero una copertura attiva.
Proviamo a vedere l’equity line di uno di questi sistemi Out of Sample dal 2013 e tralasciamo quindi il periodo In sample che può, come spesso accade, confonderci le idee con performance che poi non corrispondono alla realtà.
Si tratta di un sistema molto semplice intraday che opera sia long che short sul Future EC. Come sempre lo vediamo al netto di commissioni e slippage. In questo caso sovrastimate perché oggettivamente EC è un future sul quale si patisce mediamente uno slippage molto contenuto.

E qui il commento chiaramente che viene spontaneo è che stiamo guardando un sistema che è decisamente andato in avaria destinato all’oblio.
Prima di buttarlo nel cassonetto proviamo comunque a vederlo insieme alla nostra curva di cui sopra, nella quale siamo costantemente esposti con 100.000$. Si tratta di un sistema intraday, quindi ipotizziamo di utilizzare 2 contratti EC ogni 100.000$ di esposizione.
In realtà molti sistemi che abbiamo in portafoglio hanno comportamenti simili. Guardare le singole curve e preoccuparsi che siano delle rette in back test è un bel gioco, ma il trading è un’altra cosa.

Teniamo ben presente che qui il nostro scopo non è ottenere una curva che sale, ma che lateralizza. Dobbiamo spegnere la volatilità del cambio, non generare profitti.
Ovviamente l’evidente correlazione inversa tra la curva del sistema e le escursioni negative del cambio non è detto permanga in eterno, ma per ora questo rappresenta il nostro sistema di copertura sul cambio.